Skip to main content

Chi è Fiona Clancey?

Dietro alle lenti, gli occhi intelligenti di un’imprenditrice che ha fatto tanta strada, ma che non sa da dove cominciare per offrire una risposta esaustiva, si illuminano.

Australiana di nascita e residente in Italia ormai da trent’anni, sposata con un italiano e madre di una graziosa ventenne, inizia il suo racconto.

“Prima di tutto mi definisco un’amante dello spirito altrui. Ho studiato antropologia all’università di Melbourne perché mi sono sempre interessata ai popoli, alle loro culture, alle loro origini e alle loro similitudini piuttosto che alla loro unicità e differenze”.

Lei comprende che l’Australia è un Paese multietnico, ed è abbastanza spontaneo confrontarsi fin da piccoli con le etnie locali per comprendere la propria identità così da inserirsi nella stessa società moderna con il giusto atteggiamento di rispetto reciproco.

Se non sbaglio, prima di intraprendere la sua avventura imprenditoriale, lei ha svolto il mestiere di insegnante di lingua inglese.

Sì, e continuerò a farlo perché è e rimane la mia prima passione. La mia professione non si limita al mero insegnamento della lingua, ma si concentra sullo sviluppo dell’abilità conversatoria delle professionalità che si confrontano con l’imprenditoria estera. Contribuire al successo di un professionista che riesce ad affermarsi in ambito internazionale grazie alla sua abilità comunicativa mi genera immensa gratificazione alla quale non vorrei mai rinunciare.

Fiona per gli altri.

Quindi si potrebbe dire che lei è sempre alla ricerca del bene altrui prima che del proprio?

Io credo che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere. Quando offri qualcosa, prima o poi ritorna a tuo favore, e questo è un principio fondamentale della mia vita.

Fiona Clancey si mette in proprio.

È per questo che, a un certo punto, lei ha voluto fare qualcosa di diverso e avviare un’attività in proprio? Insegnare non le bastava più?

Quando ti dedichi agli altri, credo che sia spontaneo mettersi in gioco per capire se ci sono aree nelle quali migliorare, crescere e – perché no? – allargare la propria di influenza. Potrei dire che il percorso è stato quasi spontaneo.

Da insegnante a titolare di una casa editrice. Partiamo da qui: quanto è cambiata l’editoria negli ultimi anni?

Per pubblicare un libro oggi ci sono sostanzialmente tre sistemi: l’editoria tradizionale, l’auto-pubblicazione e l’editoria a pagamento.

Cercando di sintetizzare senza banalizzare, l’editoria tradizionale è quella basata su un’importante disponibilità economica anticipata tale per cui il volume pubblicato viene stampato in un gran numero di copie da poter essere posizionato fisicamente su più scaffali possibili.

In questo caso, è l’editore che decide se investire su un autore rispetto a un altro. La prima alternativa è l’auto-edizione: procedi autonomamente e diventi editore di te stesso.

Chiunque lo può fare, ma non tutti lo fanno perché non basta pubblicare un libro perché poi questo venga venduto: bisogna anche far sapere al pubblico che il libro c’è, che esiste!

Qui entra in gioco la comunicazione: si può risparmiare denaro nella pubblicazione, ma dopo ti aspettano importanti spese di marketing, e il marketing bisogna saperlo fare.

Inoltre, un autore può anche aver avuto un’idea brillante e originale, ma non tutti gli scrittori hanno le competenze tecniche per realizzare un libro a regola d’arte: i testi vanno revisionati, impaginati e confezionati con professionisti, non basta conoscere Word…

E poi rimane il problema principale, quello della distribuzione o, perlomeno, della rintracciabilità del libro.

Infine, c’è l’editoria a pagamento, che sta tra le prime due: si utilizza un editore professionista che mette le proprie competenze a disposizione di un autore il quale, però, sosterrà tutte le spese e si occuperà di fornire del guadagno all’editore.

Nel perseguire questa modalità, il rischio sta nella scelta dell’editore e dei suoi servizi: spesso, infatti, ci si rivolge a stampatori più che esperti di editoria, che non curano il testo, obbligano l’autore ad acquistare delle copie e non lo assistono nella vendita, rendendo di fatto inutile la pubblicazione stessa.

Certo che c’è molto da imparare in questo campo… E lei, con Edizioni 03, come si colloca?

Chiaramente oggi, grazie alle nuove tecnologie, la situazione è cambiata, così come i costi di stampa dei libri si sono ridotti.

Tuttavia, dovrebbe persistere il principio per cui un editore lo è perché svolge un’attività da professionista che ha l’obiettivo primario di mettere le proprie competenze al servizio degli autori – non quello semplice e venale di vendere le copie stampate.

Io mi colloco proprio qui: grazie ad esperti di cui mi sono circondata, primo fra tutti mio marito stampatore, ho realizzato un sistema che mi permette di stampare le copie una alla volta e solo dopo che sono state vendute, garantendo la rintracciabilità del libro su tutti i canali online e offline e riconoscendo agli autori un margine sulle vendite molto importante, minimo il 20%”.

Con il mio sistema vengono abbattuti tutti i costi di magazzino e quelli legati alla distribuzione.

Questo è favoloso! Quindi lei permette a chiunque di pubblicare il proprio libro, curandone i contenuti e gestendo la stampa e la distribuzione delle copie con un budget molto limitato.

Esatto. It’s fantastic!

Se ho ben capito, però, questo è solo il punto di partenza. Mi sembra che lei abbia intrapreso un vero e proprio “viaggio”…

Esattamente: viaggio è la parola chiave. Prima di stabilirmi definitivamente in Italia, ho viaggiato in quasi tutti i continenti. Ovunque andassi, scrivevo a penna un classico diario di viaggio, finché sono arrivata in Italia, dove mi sono innamorata di questo Paese e di mio marito.

Ma non mi sono fermata: anche con lui ho viaggiato molto, persino con la bambina piccola nel marsupio… Da buona australiana, ovviamente! Dicevo, ovunque ci recassimo, come qualsiasi turista scattavamo foto, filmavamo video, appuntavamo le nostre mappe a quel tempo ancora cartacee.

Poi, però, le mappe si strappavano e le foto rimanevano nei dispositivi: si cambiava cellulare, quello vecchio finiva nel cassetto e le foto non si recuperava- no più. Poi hanno inventato il cloud, che ha aiutato a conservare gli scatti, e poi ancora sono arrivati i libri fotografici.

Per me, però, c’era ancora qualcosa che mancava: mi sono sempre chiesta se ci fosse la possibilità di creare un diario di viaggio che potesse raccogliere non solo racconti, storie, esperienze ed emozioni di un percorso turistico tracciabile su una mappa, ma anche foto, immagini, video, tutti in un unico contenitore.

Penso che sia stato il pensiero di molti. A chi non piacerebbe un prodotto così?

Infatti! Eppure, mi sono resa conto che sul mercato trovavo solo libri cartacei oppure solo siti online. Perché non unire i due? Ecco che da lì è nata l’idea: creare una App multimediale sulla quale un viaggiatore potrà generare il proprio progetto vacanza a partire da casa.

Disegnando il viaggio su una mappa virtuale, in base alla geolocalizzazione del percorso, il turista riceverà suggerimenti sui luoghi da visitare, alberghi dove pernottare, ristoranti dove pranzare o fare assaggi enogastronomici, o ulteriori esperienze offerte dal territorio grazie all’evidenza di caratteristiche culturali dei luoghi inclusi nella stessa App.

Il tragitto verrà memorizzato e riassunto in un quaderno di viaggio virtuale, che ho chiamato Diario di Bordo multimediale o, in inglese, Multimedia Logbook, che il turista potrà arricchire attraverso la raccolta di immagini, testi, contenuti e informazioni tratti da guide cartacee prodotte per l’occasione e messe a disposizione dell’utente gratuitamente, o in ragione di una percentuale minima da stabilire se volesse semplicemente acquistarle indipendentemente dal viaggio che vorrà fare.

Wow, sembra sensazionale!

E non è finita qui: una volta iniziato il viaggio, la App si trasformerà in un vero e proprio diario di bordo intelligente che, grazie alla geolocalizzazione, raccoglierà tutte le informazioni che il turista avrà realmente percorso rispetto al viaggio originariamente progettato e con i contenuti che avrà scelto di ricordare: la App disegnerà su una mappa virtuale i due percorsi e unirà le foto-ricordo scattate dall’utente e le immagini ad alta risoluzione già selezionate dalle guide; le integrerà con i menù dei ristoranti aderenti dove si sarà fermato a mangiare o, ad esempio, con le immagini e i racconti della dimora storica dove avrà soggiornato, e tanto altro. Il tutto gratuitamente!

Una volta tornato a casa, dopo aver visionato, corretto, integrato o modificato il Diario di Bordo, il turista potrà farselo recapitare a casa con un semplice click, una o più copie, con varie tipologie di rilegatura e di formato, ad un costo molto accessibile: un connubio di tecnologia e bellezza, artigianato e cultura, divertimento e passione!

Oltre a tutto ciò, potrà scegliere anche di rendere pubblici tutti i contenuti, o parte di essi, per amici e parenti. Chi opera nell’ambiente pubblico, potrà addirittura pubblicare in versione editoriale la propria esperienza che oggi viene relegata ai social.

È un progetto molto ambizioso… Come intende realizzarlo? Come si possono coordinare le tappe di percorsi così diversi? E quali sono i vantaggi per le eccellenze del territorio che vogliono partecipare al progetto?

Prima di tutto realizzerò delle guide esperienziali per redigere tutti quei contenuti di qualità e di proprietà che i vari utenti potranno utilizzare. Ogni guida raccoglierà un percorso che racconterà una decina di eccellenze del territorio.

Una volta individuate, verrà ideato, costruito e scritto un percorso ogni volta unico e particolare. Dopodiché, l’eccellenza che desidererà essere presente sull’applicazione, dovrà prima essere inserita in almeno una delle guide sotto forma di redazionale culturale: ciò darà diritto a un esercente di godere di tutti i vantaggi pubblicitari e di indicizzazione al pari dei prodotti editoriali.

Se il titolo è legato a un prodotto, quest’ultimo sarà indicizzato nel web a livello esponenziale e a costo zero: basta pubblicare il libro, registrandolo con parole chiave specifiche. Inoltre, il turista porterà a casa nel proprio diario un pezzetto del territorio e quindi dell’eccellenza: è un tipo di diffusione completamente diverso da quello di una normale pubblicità.

Infine, c’è l’aspetto della referenzialità: non sarà più l’eccellenza a parlare di sé, ma il viaggiatore a raccontare della propria splendida esperienza vissuta. Non c’è miglior cosa che essere preceduti da un’ottima reputazione.

Beh, l’entusiasmo si sente a pelle! Davvero Fantastic… Che dire di più?

Semplicemente: ci vediamo su edizioni03.com! E buon viaggio multimediale a tutti!

Fiona Clancey

Lascia commento