Skip to main content

Come si diventa una giornalista televisiva di punta? Incontriamo Manuela Moreno, brillante giornalista della Rai dal 1992, subito dopo aver ricevuto il prestigioso premio Nadia Toffa, intitolato alla giovane inviata delle Iene scomparsa prematuramente. “Penso che dovremmo sempre approcciare questo lavoro con l’allegria che Nadia ci ha insegnato”, ci dice col sorriso che ha ogni sera, quando entra nelle nostre case con il programma Tg2 Post.

Nel talk serale affronta casi di cronaca e politica in soli 20 minuti: come fa a coniugare i tempi stretti con l’approfondimento?

La chiave è tutta in una frase che ho coniato per dare le regole di ingaggio a tutti: non mettetevi troppo comodi.

Tutti ci atteniamo alla regola di trattare temi di cronaca in maniera sintetica ma esaustiva per chi ci ascolta.

Il bello della diretta con l’imprevisto dietro l’angolo.

Quando ero inviata ho preparato dirette dai posti più impensabili, anche in situazioni estreme; oggi, in studio, mi sembra di vivere una condizione di comfort. Quando inizia la diretta l’adrenalina sale, per la preoccupazione che salti il collegamento o che l’ospite arrivi in ritardo.

Ma, dopo, quei 20 minuti sono la parte più rilassante e divertente.

Approda in Rai nel 1992, quando nasce la sua passione per il giornalismo?

Inizia a scuola quando un insegnante decise di dedicare un’ora di lezione alla lettura dei quotidiani. In seguito, la curiosità mi ha portato a frequentare una scuola di giornalismo e subito dopo ho conosciuto il magico mondo del piccolo schermo.

Ma il 1992 rimane inciso nella mia mente, quando mi fu consegnata la lettera dell’assunzione definitiva dal direttore Bruno Vespa.

Secondo lei quali sono i requisiti fondamentali per intraprendere questa professione oggi? Cosa è cambiato?

La digitalizzazione ha mutato radicalmente la nostra professione, agevolandoci. Anni fa non potevamo immaginare di avere uno smartphone per le riprese da tramettere in tempo reale. Per questo chi si avvicina oggi a questo mondo deve necessariamente pensare a un giornalismo declinato in più ambiti.

Nel mio caso, le televisioni locali sono state la mia palestra per lo sport, la cronaca e l’editing, fino a giungere alle prime conduzioni, nel lontano 1986.

Come inviata della Rai all’estero si è occupata della campagna elettorale di Trump ma anche della cronaca di gravi attentati terroristici come quello della maratona di Boston, alla redazione di Charlie Hebdo e la strage del Bataclan. Cosa ricorda di quegli anni?

Non è mai semplice fare la cronaca da quei teatri di guerra, ma un bravo giornalista deve riportare i fatti senza alimentare il terrore.

Il nemico è sempre invisibile, nascosto tra tifosi o pubblico di una maratona, per questo siamo portati a guardare il prossimo con sospetto, non possiamo mai abbassare la guardia.

Passiamo a temi più leggeri: anche Fiorello, nel suo programma Viva Rai 2, l’ha voluta per inchieste che sfiorano l’assurdo.

Devo ringraziarlo per avermi dato la possibilità di divertirmi in questa straordinaria avventura. Quelle ‘grandi’ inchieste sono nate un po’ per caso: dopo un’intervista per la partenza del programma, Fiorello mi chiese “Manuela, faresti un’inchiesta come se fosse vera su temi surreali?”.

Accettai perché amo mettermi in gioco, in più lavorare con Fiorello mi mette di buonumore.

È una giornalista televisiva tra le più stimate e seguite: può dire di aver realizzato un sogno?

Mi sento fortunata, il mio sogno era quello di fare questa professione che considero la più bella del mondo.

All’inizio le difficoltà sono state molte, ma il desiderio di diventare giornalista mi ha portato a superarle, a non mollare mai.

È stata la prima inviata a occuparsi della vicenda di Chico Forti, imprenditore trentino condannato, negli Stati Uniti, all’ergastolo per omicidio pur essendosi sempre proclamato innocente.

Più volte ho incontrato in carcere Chico, un uomo consapevole e motivato a dimostrare la sua innocenza. La sua forza mi ha coinvolta, professionalmente e umanamente, tanto che alla notizia del suo trasferimento in Italia, dopo 24 anni mi ha fatto piangere.

Anche questa estate sarà impegnata nella conduzione del programma di approfondimento Filorosso, ci può dare qualche anticipazione?

Siamo ancora in fase interlocutoria ma posso anticipare che, essendo un’estate piena di eventi sportivi come gli Europei di calcio e le Olimpiadi, avremo tante serate dedicate allo sport, oltre che alla cronaca.

Lascia commento