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Fulvio Fantoni è un famoso giocatore di Bridge italiano

Uno dei 10 giocatori al mondo a potersi vantare della Triple Crow of Bridge (ha vinto i tre campionati più prestigiosi, Bermuda Bowl, Olimpiadi e Mondiali a coppie open) oltre ad aver vinto un campionato mondiale a coppie miste.

Sei volte campione del mondo

Fulvio è considerato un vero mostro sacro di questa disciplina, ritenuto da molti imbattibile. Le vittorie al tavolo da gioco lo avevano portato al primo posto del ranking mondiale. Per dieci lunghi anni. Un fenomeno del bridge.

Sei volte campione del mondo. Una mente lucida, un genio. Con questa aura Fulvio Fantoni si presentava ai suoi avversari.

Fino al 2015, quando il re del bridge mondiale, l’eroe italiano, è diventato altro.

Si è trasformato nel suo rovescio, per colpa di un’accusa per segnalazioni illecite, poi smontata da una sentenza (TAS di Losanna) a suo favore che lo ha dichiarato innocente. Francesco Ferlazzo Natoli, avvocato e presidente della Federbridge, ricorda che Brogeland, il giocatore norvegese «da cui partì tutto questo accanimento contro Fulvio», era anche stato compagno di squadra di Fantoni e Nunes (a bridge si gioca due contro due, ma le squadre sono composte da più giocatori). Marco Troiani, storico studioso e statistico del bridge, dice che questo «accanimento particolare contro Fantoni» è stato conseguente al fatto che Fulvio, in passato, «ha battuto talmente tante persone, che i suoi nemici sono quantitativamente diventati molto numerosi”.

Ricordando che nella sua carriera Fantoni ha vinto 6 titoli mondiali, 3 campionati europei a squadre, 6 Coppe dei Campioni e 26 campionati italiani come si può non riconoscere la forza di questo campione? Verrebbe da dire che ascoltare la versione di Brogeland equivarrebbe a “chiedere all’oste se il vino e buono”.

Colui che ha accusato Fulvio senza riuscire a dimostrarne i fatti è la stessa persona che contro Fulvio ha anche perso come avversario mentre invece ha vinto come compagno di squadra. Che dire? Ma sentiamo direttamente l’interessato. Abbiamo avuto il piacere di intervistare il sei volte campione del mondo di bridge Fulvio Fantoni.

Fulvio, so che facevi il commercialista prima di diventare il noto campione di bridge, come è iniziata la tua passione per questo gioco?

La mia passione è iniziata all’età di 10 anni quando sono stato contagiato dal vedere mio padre giocare. Così ho imparato e mi sono innamorato del Bridge.

Ovviamente, vista la mia tenera età dell’epoca, avevo delle restrizioni dovute alla necessità di assolvere ai miei compiti di studente. Ma la mia passione crebbe a tal punto da farmi cominciare il bridge agonistico a livello juniores.

Diventando quello che sei diventato hai dovuto girare il mondo, come sei riuscito a conciliare tutto ciò con la tua vita privata? So che hai anche un figlio.

Vero, ho un figlio di 26 anni che adoro e che mi da molte soddisfazioni. Questo mio girovagare e quindi la mia assenza da casa lo hanno portato, qualche volta, ad avere dei momenti di sconforto, che abbiamo superato piano piano e col crescere.

Le vittorie al tavolo da gioco ti hanno portato al primo posto del ranking mondiale, per dieci lunghi anni, facendoti diventare un vero fenomeno del bridge. A quel punto ti sei sentito arrivato? Hai pensato di non aver più altro a cui ambire?

Grazie alla mia indole particolarmente competitiva non mi sono mai sentito arrivato anche se è innegabile che questi traguardi mi abbiano fatto provare grandi emozioni e soddisfazioni.

A un certo punto giocavi per il principato di Monaco, perché?

Sino al 2009 giocavo per la nazionale italiana con la quale ho vinto molti titoli internazionali. Dopo questa data in Italia sono cambiate le cose. Il CT della Nazionale italiana, nonché sponsor di una squadra di club, decise di modificare la composizione della squadra utilizzando due coppie della sua formazione di club ed una terza coppia più vicina a Lei. Nulla togliendo al grandissimo valore delle altre coppie, questo ci penalizzò molto.

Uno sponsor straniero, conoscendo bene la situazione, si fece avanti proponendoci di trasferirci a Montecarlo (residenza) e partecipare nella sua squadra rappresentando il Principato di Monaco.

Pur non essendo una decisione facile da prendere perché per me sentire l’inno italiano era una ragione di vita, abbiamo deciso di accettare la proposta, per poter partecipare agli eventi di rilevanza internazionale e anche perché a Montecarlo avevo degli amici ai quali ero molto legato e questo avrebbe sicuramente contribuito a farmi sentire a casa.

Cosa ti ha fatto tornare il Italia?

La motivazione del mio rientro in Italia parte dalle ignobili accuse ricevute nel 2015 e respinte dal Tribunale Sportivo Internazionale che le rigettò con irreprensibile sentenza.

Parliamo della Fantoni Vacations? Mi sembra che il bridge sia sempre coinvolto, no?

Si è cosi, la Fantonivacations è una società sportiva nata per promuovere il bridge in tutte le sue forme; tra queste vi è l’organizzazione di vacanze per bridgisti. Organizziamo incontri fra persone amanti di questo gioco, in luoghi molto suggestivi in modo da abbinare il piacere delle vacanza a quello di trascorrerle potendo praticare il nostro gioco preferito.

Durante la vacanza io gioco con i partecipanti e spiego loro quale è il modo più tecnico per affrontare alcune situazioni cercando di migliorare le loro prestazioni.

E poi ci sono Luca, Iolanda e 4 maltesi, la tua famiglia praticamente. Che dire? Che dire di loro?

Direi che sono i miei pilastri e che senza di loro superare i momenti che ho vissuto sarebbe stato molto più complicato.

La vicenda che ho dovuto subire è stata molto pesante ma la consapevolezza dell’innocenza ci ha uniti nel lottare e resistere all’ingiustizia, sebbene le conseguenze portate dai social siano difficili da curare. Anche le istituzioni, che dovrebbero essere garanti della legalità, purtroppo, a volte sono totalmente assenti nella difesa del diritto.

Questo l’ho subito anch’io. D’altronde anche le istituzioni sono costituite da uomini facilmente asservibili dal potere per il quale farebbero di tutto.

Quindi la triste vicenda che hai dovuto subire. Perché è successo? E’ vero quello che dicono, cioè che sei stato accusato perché era impossibile batterti e a farlo sono stati i tuoi stessi soccombenti, coloro che hai sempre battuto o che vincevano giocando con te invece che contro di te?

Non saprei proprio cosa rispondere se non invocare il “sentito dire” secondo il quale alcuni giocatori, probabilmente stanchi di perdere, di comune accordo e con l’aiuto economico di un sovvenzionatore particolarmente ricco e invidioso (si dice), hanno messo in atto questa azione, avvalendosi anche dei social per denigrarmi.

Visto che hai girato molto, che rapporto hai con il Real Estate World?

È un mondo che mi affascina molto, sebbene abbia comprato poche case nella mia vita. L’acquisto di un immobile rappresenta un momento importante della propria vita, dove professionalità, serietà e competenza degli interlocutori sono di vitale importanza.

Per questo è determinante scegliere il consulente di fiducia giusto affinché non compaiano sorprese inaspettate in momenti non più rimediabili.

Fulvio Fantoni is a famous Italian Bridge player, one of the 10 players in the world to be able to boast the Triple Crow of Bridge (he has won the three most prestigious championships, Bermuda Bowl, Olympics and World Open Pairs Championships) as well as having won a World Championship in mixed pairs. A six-time world champion, Fulvio is considered a true sacred monster of this discipline, considered unbeatable by many. His victories at the table had taken him to the top of the world ranking. For ten long years. A bridge phenomenon. Six times world champion. A clear mind, a genius. With this aura Fulvio Fantoni presented himself to his opponents.

Until 2015, when the king of world bridge, the Italian hero, became something else. He turned into his reverse, due to an accusation of illegal reporting, later dismantled by a ruling (TAS in Lausanne) in his favour that declared him innocent. Francesco Ferlazzo Natoli, lawyer and president of Federbridge, recalls that Brogeland, the Norwegian player ‘from whom all this fury against Fulvio started’, had also been a teammate of Fantoni and Nunes (in bridge you play two against two, but teams consist of several players). Marco Troiani, a bridge historian and statistician, says that this ‘particular doggedness against Fantoni’ was consequent to the fact that Fulvio, in the past, ‘had beaten so many people, that his enemies had become quantitatively very numerous’. Remembering that in his career Fantoni won 6 world titles, 3 European team championships, 6 Champions Cups and 26 Italian championships, how can one fail to recognize the strength of this champion? One might say that listening to Brogeland’s version would be tantamount to ‘asking the innkeeper if the wine is good’. The person who accused Fulvio without being able to prove the facts is the same person who also lost to Fulvio as an opponent while winning as a teammate. What can we say?

Fulvio, I know that you were an accountant before becoming the well-known bridge champion, how did your passion for this game begin?

My passion started at the age of 10 when I was infected by seeing my father play. That's how I learnt and fell in love with Bridge. Of course, given my tender age at the time, I had restrictions due to the need to fulfil my duties as a student. But my passion grew to such an extent that I took up competitive Bridge at junior level.

Becoming what you have become you have had to travel the world, how did you manage to reconcile this with your private life? I know you also have a son.

True, I have a 26-year-old son whom I adore and who gives me a lot of satisfaction. My wandering and therefore my absence from home have sometimes led him to have moments of discouragement, which we have slowly overcome as he has grown up.

Your victories at the table took you to the top of the world ranking for ten long years, making you a true bridge phenomenon. At that point, did you feel you had arrived?

Did you feel you had nothing more to aspire to? Thanks to my particularly competitive nature, I never felt I had arrived even though it is undeniable that these achievements gave me great excitement and satisfaction.

At one point you played for the principality of Monaco, why?

Until 2009 I played for the Italian national team with which I won many international titles. After that, things changed in Italy. The coach of the Italian national team and sponsor of a club team decided to change the composition of the team by using two pairs from his club formation and a third pair closer to you. Nothing detracting from the great value of the other pairs, this penalized us greatly. A foreign sponsor, knowing the situation well, came forward and proposed that we move to Monte Carlo (residence) and participate in his team representing the Principality of Monaco. Although it was not an easy decision to make because hearing the Italian anthem was a reason for living for me, we decided to accept the proposal, so that we could participate in events of international importance and also because I had friends in Monte Carlo to whom I was very close and this would certainly have contributed to making me feel at home.

What made you come back to Italy?

The motivation for my return to Italy stems from the despicable accusations I received in 2015 and which were rejected by the International Sports Tribunal with an irreproachable sentence.

Are we talking about Fantoni Vacations? It seems to me that bridge is always involved, no?

Yes it is, Fantonivacations is a sports company set up to promote bridge in all its forms; among these is the organization of holidays for bridge players. We organize meetings between people who love this game, in very picturesque locations so as to combine the pleasure of holidays with that of spending them being able to practice our favourite game. During the holiday I play with the participants and explain to them what is the most technical way to deal with certain situations, trying to improve their performance.

And then there’s Luca, Jolanda and four Maltese, your family practically. What can you say? What can I say about them?

I would say that they are my pillars and that without them overcoming the moments I’ve gone through would have been much more complicated. The ordeal I had to go through was very heavy but the knowledge of innocence united us in fighting and resisting injustice, although the consequences brought by social media are difficult to heal. Even institutions, which should be the guarantors of legality, are unfortunately sometimes totally absent in the defence of the right. I have suffered this myself. On the other hand, even institutions are made up of men easily enslaved by power for whom they would do anything.

So the sad affair you had to endure. Why did it happen? Is it true what they say, that you were accused because it was impossible to beat you and it was your own losers who did it, those whom you always beat or who won by playing with you instead of against you?

I really wouldn’t know what to answer except to invoke “hearsay” according to which some players, probably tired of losing, by mutual agreement and with the financial help of a particularly wealthy and envious (it is said) subsidizer, carried out this action, also using social media to denigrate me.

Since you have travelled a lot, what is your relationship with Real Estate World?

It is a world that fascinates me a lot, although I have bought few houses in my life. Buying a property is an important moment in one's life, where professionalism, seriousness and the competence of the people involved are of vital importance. This is why it is crucial to choose the right trusted advisor so that no unexpected surprises appear at unrecoverable moments.

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